La tecnica

Elementi tecnici della fotografia KEM

Ogni istante, in tutto il mondo vengono scattate, presumo, milioni di immagini fotografiche di ogni genere, da apparecchi amatoriali, professionali, telefonini e gadgets di ogni genere. C’è qualcosa che va oltre il semplice scatto, è lo spirito della memoria emotiva, quella per cui il tempo viene fermato in quell’istante per registrare, salvare, tramandare quella frazione di secondo in cui l’otturatore ha scolpito in un supporto chimico o digitale le forme create dalla luce di fronte a sè, davanti all’obiettivo.

Non è una cosa da poco ed è oltretutto un patrimonio dell’umanità contemporanea che oggi più che mai può trasmettere in tempo reale o comunque in pochi istanti la stessa immagine da un capo all’altro del mondo, sfruttando reti telematiche o addirittura canali satellitari. Significa che per il nostro pianeta girano miliardi e miliardi di immagini sotto forma di dati, onde elettromagnetiche, impulsi… questo è veramente straordinario sopratutto se pensiamo che quasi sempre dietro un semplice scatto fotografico c’è l’esigenza di fermare qualcosa di bello, gradevole, piacevole, un momento felice, una persona cara, un evento importante, una scena da ricordare.

Per questo ritengo di dover privilegiare non tanto l’aspetto tecnico della ripresa fotografica quanto l’importanza di contribuire al propagarsi di questa memoria emotiva e provare, da parte mia, a diffondere un messaggio di amore per l’immagine e per il suo livello di conoscenza. Mi soffermo quindi serenamente ad esprimere le mie considerazioni, le mie valutazioni, il mio pensiero, la mia esperienza, nel massimo rispetto di chiunque abbia una interpretazione diversa della fotografia in genere.

Per quanto riguarda il mio pensiero ho già ampiamente espresso nell’apposita sezione del sito, ora entro negli aspetti tecnici sia di ripresa che di ritocco. Per quanto riguarda inquadratura, messa a fuoco, profondità, luminosità ecc… penso che qualunque manualetto tecnico sia in grado di fornire informazioni adeguate, quindi preferisco entrare nel merito di ciò che diversifica e caratterizza la fotografia KEM dalle immagini tradizionali: innanzitutto spontaneità, immediatezza, naturalezza: fotografiamo ciò che accade, ciò che esiste, ciò che sentiamo prima ancora di ciò che vediamo, le forme sono dinanzi a noi in maniera a volte apparentemente statica ma noi abbiamo il grande spazio universale per muoverci e rappresentare magari solamente il dettaglio di una intera cattedrale, il filo d’erba di un campo sconfinato, il piccolo fiore in un immenso campo, la singola onda del mare, la singola foglia del bosco… per ottenere il meglio in fase di ripresa occorre comunque una buona padronanza del mezzo fotografico. Come detto possiamo sfruttare i vari automatismi per ottenere risultati soddisfacenti, questo oltretutto aiuta a spogliare la mente dall’attenzione tecnica per esprimere al meglio la componente spirituale della ripresa, il nostro rapporto con l’immagine. E’ bene tuttavia tenere sotto controllo e conoscere anche le modalità di automatismo dell’apparecchio per capire come la fotocamera o l’obiettivo rispondono nelle specifiche situazioni per governare sempre al meglio il nostro strumento. Il modo migliore e più semplice per farlo è scattare, scattare, scattare… decine di immagini senza paura di sbagliare o fare cose inutili: esaminandole, in un secondo tempo sarà nostra premura capire dove e come abbiamo ottenuto i risultati migliori per crescere e acquisire esperienza, dimestichezza, pratica, confidenza e immediatezza. lo scopo è proprio governare la fotocamera come una estensione del nostro sguardo emotivo, manovrando le varie funzioni, la posizione, l’inclinazione, lo zoom, il fuoco con estrema spontaneità e naturalezza. Quindi: allenamento !!!

Confrontiamoci con chiunque ce ne dia la possibilità e ascoltiamo qualunque valutazione o suggerimento anche se poi dovessimo decidere di fare diversamente e seguire una nostra vena creativa.

Questo slideshow richiede JavaScript.

Di fronte ad una situazione spaziosa e ariosa apriamo al massimo il nostro grandangolo, posizioniamoci non alla nostra altezza fisica come sarebbe naturale, ma cerchiamo l’altezza da cui fotografare il soggetto innanzi a noi: se è un prato immergiamoci nell’erba, sdraiamoci, l’erba nasce dal terreno, non dall’alto e così fanno i fiori e persino le montagne e i monumenti. Scopriremo presto nuove prospettive, punti di vista interiori e non più solamente esteriori. Appoggiamoci alla pietra, al tronco dell’albero, e se alcuni particolari significativi ci colpiscono, portiamoli a tutto campo con lo zoom, stringendo la focale per cogliere il nodo di un ramo, l’intreccio tra alcuni vegetali, il dettaglio di un muro scrostato, osserviamo tutto: la ruggine, la muffa, gli insetti e i granelli di sabbia, i cristalli nella sabbia che brillano al sole e i riflessi dell’acqua, avviciniamoci ad un ruscello per cogliere i colori di ogni singola pietra e ogni singola cascatella, apriamo al massimo per riprendere la cima di una montagna, le nuvole, il cielo, lo spazio, l’aria… tutto deve entrare nello spirito della nostra immagine per essere descritto e scolpito in stile karmico e profondo.

Sfruttiamo le giornate terse e luminose, cogliamo l’attimo in cui il sole crea giochi di luce particolari, osserviamo che lo stesso posto ci offre mille spunti diversi a seconda del giorno, della stagione e della condizione meteorologica. Raccontiamo la pioggia, i fulmini, le gocce d’acqua e i fiocchi di neve, la vita vegetale nei suoi mille colori, nei dettagli di un petalo o di un’ape posata su un fiore, una farfalla… proviamo ad osservare dopo la pioggia quante migliaia di splendide goccioline si depositano tra l’erba e cogliamole con il nostro macro per raccontare momenti di straordinaria magia! Osserviamo anche come un monumento tradizionale e famoso abbia non solo la veduta tipica nel suo insieme ma dettagli di ogni genere da cogliere con il nostro tele, l’espressione di una statua, il getto di una fontana, lo zampillo, la decorazione, il mosaico, il singolo tassello di un mosaico. E laddove vediamo abbandono e degrado proviamo a cercare quegli istanti di vita, storia ed emozione creati dalla polvere, da una trave corrosa, un barattolo arrugginito o una bottiglia colorata.

Entro ora nel merito degli aspetti tecnici di elaborazione della immagine che ritengo quasi fondamentali per raggiungere un risultato soddisfacente e non solo. Molte immagini apparentemente secondarie per significato o bellezza proprio in questa fase acquistano un valore espressivo che personalmente considero straordinario! E’ molto importante infatti osservare come, applicando od esasperando alcuni semplici filtri di fotoritocco, nascano immagini emotivamente molto forti che trasmettono magari una percezione completamente diversa dall’origine. Qui secondo me sta il vero spirito dell’immagine, quella capacità di trasporsi a volte quasi dal nulla per assumere significati e rappresentazioni elevate che appagano il senso fantastico, artistico e poetico del nostro cuore

Anche qui tuttavia ho dovuto riflettere e sperimentare a lungo e solamente negli ultimi tempi ho messo a punto il mio pensiero al punto da aprire questo sito nella speranza di diffondere una buona filosofia dell’immagine e raccogliere considerazioni in merito. Non considero mai ciò che accade come un traguardo ma sempre e solamente come un passaggio, un momento in cui questo accade, ora… sono sempre pronto a cambiare e rivedere le cose, pensare in un modo diverso, rivedere e riascoltare le mie percezioni… questo lo considero uno spazio di libertà creativa ed espressiva libero da ossessioni e traguardi tecnici o qualitativi di qualunque genere… la ricerca di ciò che sento e mi piace, mi soddisfa e mi realizza in quell’istante… null’altro…Inizialmente infatti i lunghi anni di riprese professionali entravano in conflitto con la mia ricerca di uno spirito essenziale… certamente una foto con l’orizzonte storto la considero errata e non la valuto ma tanti altri elementi che in genere sono considerati necessari per avere una immagine “corretta” nel tempo si sono rivelati secondo me il vero ostacolo alla mia ricerca creativa. Proprio saturando i colori oltre la naturalezza, il contrasto molto forte o molto sbiadito, la luminosità eccessiva, la ricolorazione apparentemente anomala hanno dato vita alle prime immagini che mi hanno colpito e portato a cercare uno stile particolare, per quanto in fondo semplice proprio perchè immediato e naturale…

I passaggi di base quindi sono: aprire un’immagine, possibilmente già espressiva di suo, ma spesso ottengo risultati eccellenti anche con immagini apparentemente secondarie… lavorare sul contrasto e sulla luminosità alzandole a abbassandole fino ad ottenere qualcosa di particolare… non deve essere giusto secondo un criterio tecnico ma secondo un nostro esclusivo criterio percettivo !!!Poi provo a lavorare sulla colorazione: o su RGB ( rosso, verde, blu ) ossia i 3 componenti cromatici dell’immagini, muovendoli a seconda che cerco una percezione calda, fredda, surreale… quindi anche sulla saturazione che in genere alzo sempre un pò, infine sulla colorazione ( Hue ) provando a vedere se alterando i colori nasce qualcosa che mi soddisfa.Contrasto, luminosità e colore, quindi…Poi provo ad applicare alcuni filtri abbastanza semplici in particolare provo sempre un filtro mirror ( specchio ) sia in orizzontale che in verticale e spesso ottengo effetti straordinari… vedo se è il caso di aggiungere un colpo di luce ( tipo lens flare ) che simula spesso il sole… ultimamente uso molto un piccolo lens flare che simula la stella, ne metto in genere da una a 3 e nascono lavori molto potenti dal punto di vista emotivo… notate come la piccola stella all’orizzonte renda suggestivo il quadro di questa immagine…

Altri filtri validi possono essere i vari effetti acqua, caleidoscopio, sfumature e sfocature di vario genere… ci sono poi filtri per tutti i gusti, io li uso con parsimonia proprio perchè spesso eccedono nell’alterazione di origine ma a volte trasformano comunque una foto in qualcosa di particolare quindi non manco di sperimentare anche se la maggior parte delle mie elaborazioni tende a sfruttare i ritocchi a colore e contrasto con l’aggiunta di riflessi, specchi e colpi di luce… sono abbastanza in disaccordo con l’utilizzo di filtri molto laboriosi che alterano non tanto l’immagine quanto il mio rapporto con l’immagine stessa. Se mi dedico allo scontorno pixel per pixel di un soggetto infatti ottengo magari qualcosa di fantastico ma il lavoro che eseguo è estremamente noioso e fastidioso e questo altera la mia gioia creativa. Ovviamente è una considerazione personale e soggettiva e proprio per questo ritengo che chiunque debba dimesticarsi con gli strumenti che più soddisfano il proprio piacere creativo.Esamino ora alcune immagini nel prima e dopo:Qui sono al Castello di Avio, in Trentino, a sinistra la foto originale, a destra la versione KEM è esaltata in contrasto e saturazione con una leggera colorazione di tonalità verso il blu, l’effetto specchio orizzontale e i piccoli colpi di luce simulano un mondo surreale, quasi spaziale.

Al lago di Muzzano, a Gennaio 2010, la foto al tramonto è ritoccata in contrasto, luminosità e ricolorizzata.

Ecco un esempio di immagine secondaria che diventa molto suggestiva, ho applicato contrasto, luminosità, colorazione e un doppio effetto mirror con lens flare centrale
Acque del lago di Lugano, attraverso un canneto al tramonto, anche qui contrasto, luminosità, saturazione, colorazione e mirror

Immagine che trovo molto suggestiva: il gabbiano ha un mirror con un colpo di luce: l’effetto specchio elimina anche le “sporcizie” in basso

La piazza dei Miracoli può trasformarsi: un pò di contrasto e saturazione, mirror verticale e una piccola stella…

La prima delle 5 Torri, in Dolomiti… con maggior contrasto e saturazione e un effetto water, si trasforma in un suggestivo scoglio che sembra sospeso nel nulla…

Togliendo il Blu all’immagine e un pò di verde nasce questo effetto dorato esaltato da un maggior contrasto

La potenza dell’onda sugli scogli è esaltata dal contrasto e dalla luminosità, arricchita di saturazione e decorata dal mirror e dalla stellina

Il gruppo del Sassolungo in Dolomiti: l’immagine originale non ha energia dovuta alle scarse condizioni meteo e quindi luce… il contrasto elevato e la colorazione in blu producono l’effetto notte reso ancora più suggestivo dalle due stelline…

Trovo molto affascinante provare il mirror sulle immagini di alberi: i rami spesso producono delle forme incredibili, a volte mistiche come in questo caso… forse qui è lo spirito dell’immagine?

Leggi anche il Pensiero Fotografico KEM